Eccola di nuovo quella sensazione di disagio.
Mi succede ora fin troppo spesso, alterno momenti di eccitazione a quelli di sconforto, e quando non sono arrapato sono con l’ombra della vergogna addosso.
Non che mi vergogni troppo, con me stesso, dei rapporti che ho avuto.
Sono spesso squallidi, ma non troppo dissimili da quelli che la gente fa ma non dice.
Oggi però in particolare mi sento irritato e un po’ confuso, erano settimane che covavo eccitazione repressa e in qualche modo dovevo dar sfogo alla mia ossessione.
Sono talmente fissato con il sesso che quando decido di doverlo fare non mi pongo limiti, o almeno, non ci riesco molto. Erano due giorni che programmavo dentro di me il piano per una scopata senza troppe menate per oggi. Ho messo un annuncio online, ho scambiato qualche email con qualcuno, e alla fine senza troppi indugi ho accettato l’unica proposta seria e concreta che mi avrebbe soddisfatto nell’immediato.
Sono un ragazzo di 25 anni, eppure non mi faccio troppi problemi a godere insieme a uomini molto più grandi di me, e oggi mi è proprio toccato un 50 enne. Si era presentato come un quarantenne di bell’aspetto, dalla foto non sembrava orrido, ma di bell’aspetto aveva poco. Ero però così in tiro che mi sarebbe andata bene quasi la qualunque, e così, senza troppi complimenti (avendo scartato le altre ipotesi perché inconcludenti) mi arrendo e accetto l’incontro con Mario.
Un uomo brutto, non bello sicuramente. Con un po’ di pancia, il volto rugoso e tutte le altre imperfezioni dell’età che lo coprivano da sopra a sotto. Avrei voluto scappare, ma pensavo che la cosa fosse scortese nei suoi confronti. A volte penso di essere la versione frocia di una squallida troia, e penso che non abbia tutti i torti. Però se voglio mantenere la riservatezza su chi sia e su cosa faccia mi viene molto più semplice fare un classico incontro da botta e via ogni 2-3 settimane, che iniziare una relazione seria con qualcuno che potrebbe tradire la mia fiducia e la riservatezza a cui tengo troppo.
Ci sediamo insieme in auto e cominciamo a girare in cerca di posto, mi racconta chi è e che cosa fa, a me non me ne frega niente e anzi, sentirgli parlare della sua vita peggiora la situazione.
Dice di aver avuto un passato da religioso, di aver praticato l’astinenza e di aver trovato la strada del piacere solo da qualche tempo. Accurato con qualche domanda che non sono la sua prima volta (mi è già successa, con l’incontro più squallido della mia carriera da frocio e volevo evitare di ripeterlo) decido, senza troppi piaceri, di continuare con lui.
Sono un tipo decisamente pieno di dubbi, soprattutto sessuali.
Ho spesso paura di non bastare, di non durare abbastanza, di non piacere a sufficienza, e quando mi ritrovo eccitato alla morte e con solo tizi di cui mi frega poco a disposizione per incontri allora mi tolgo lo sfizio di sperimentare quanto veramente sono capace o meno.
Con lui volevo verificare che la mia durata fosse adeguata alle (mie) aspettative, non volevo scoparci, volevo solo che mi segasse e spompasse, mi bastava questo.
Troviamo un posto in un parcheggio isolato, lui continua a spiegarmi della sua vita, non mi interessa.
Mi parla di tante cose di cui non mi interessa, del tempo, delle persone attorno, a me interessa solo che la pratica venga sbrigata al più presto. O meglio, non troppo presto da farmi nascere nuovi problemi, ma abbastanza velocemente da dargli il piacere che cerca e da svincolarmi dall’impegno preso.
Su quel parcheggio isolato e assolato decidiamo di fermarci per far li i nostri affari.
Entrambi seduti in auto, lui mi guarda come se aspetta qualcosa, e sorride. Mi guarda e sorride in modo per me fastidioso, “fammi questa sega e andiamocene” volevo gridargli, ma per tatto e cortesia mi fermai a guardarlo. Sembrava come se il mio cazzo non gli importasse, mi tolsi i pantaloni e restai in mutande, e lui mi guardava senza fare niente, poi scelse di imitarmi. Gli chiesi di togliermelo lui dalle mutande, ma lui sorrideva ancora, e allora decisi di fare da me.
Nonostante il suo aspetto e la sua età lo rendessero non proprio l’esempio del tipico uomo che cerco, mi divenne comunque duro abbastanza da farlo stare in piedi e diritto. Decise anche lui di togliersi le mutande e ne usci un cazzetto di una decina di centimetri accerchiato da peli rossi.
“Menamelo” gli chiesi, e lui mi rispose di farlo io a lui.
Ed ero confuso e incazzato, lui era un passivo per sua direttissima ammissione,e io volevo che mi segasse e succhiasse l’uccello, volevo quanto meno ridurre al minimo i contatti con il suo corpo, e invece lui quasi mi obbligava. Misi la mano sul suo cazzo e lui immediatamente si sblocco, sembro finalmente sbloccarsi e non sembrava più sotto effetto di una anestesia pesante quando cominciò a menarmelo con forza. Dopo qualche minuto gli chiesi di succhiarmelo, ma fece orecchie da mercante. Questa situazione mi stava sfinendo, gli chiesi ancora di succhiarmelo e lui mi rispose “prima tu a me”. Pensai che se gli leccavo mezza volta la cappella poi lui si sarebbe deciso a farmelo, così appoggiai la mia bocca sul suo cazzo e lo ciucciai per meno di una decina di secondi e poi gli richiesi “ora tu a me”.
Sembrò quasi divertito dal mio atteggiamento “certo che sei decisamente attivo tu”, cazzate. Sono versatile e gran parte delle mie esperienze sessuali sono prettamente da passivo. Ma non mi piaceva ne il suo corpo ne lui come persona, quindi preferivo non toccarlo più di tanto.
Si avvicino alla cappella e con un fazzoletto decise che prima doveva asciugarmela.
Una parte di me capiva che aveva senso la cosa, il pre-cum che bagna la cappella se ingerito può portare alla trasmissione di malattie sessuali, e lui se ne guardava bene. Però quando cominciò a strofinarmi la cappella come se stesse pulendo un vetro sporco arrivai a sentire dolore e gli chiesi di fermarsi, e che se proprio non voleva mi faceva questa sega veloce e niente.
Ero incazzato, cosa cazzo ci stavo a fare con questo tizio se neanche me la succhia?
Poi cominciò a dirmi che se mi faceva male la cappella quando me lo toccava doveva essere a causa di qualche infezione, e mi parlò della sua esperienza di quando ebbe dei funghi dove le mutande gli si attaccano alle gambe anni fa che curò con una pomata. Non ci credevo, era la cosa meno eccitante che potesse dire in quel momento, rischiai di perdere più e più volte l’eccitazione.
Soprattutto quando cominciò a menarmelo e capì quanto ben poco mi piaceva quella situazione. Decisi di fare da me, e scoprì, mentre lui si segava il suo, che aveva però un bel paio di capezzoli, così mentre mi segavo gli spremevo il suo grosso e rosso capezzolo destro. Inutile dire che la sua osservazione fu qualcosa del tipo “belli vero? Però una volta ero preoccupato perché troppo grossi, pensavo di avere una qualche malattia e andai dal medico…” e bla bla bla. Erano i discorsi meno arrapanti che mi erano mai stati fatti durante un rapporto, gli stava centrando tutti.
Se dovrò ricordarmi di lui lo farò con l’etichetta “l’ipocondriaco”.
Alla fine sborrai, nonostante lui mi guardasse in viso, in modo fastidioso e insistente durante tutto l’atto.
Lui non venne, disse che gli serviva molto più tempo, e che lo aveva scoperto con l’età di avere tutta questa grande durata, e rise di gusto per le sue prestazioni eccezionali, come diceva lui.
Ci salutammo dopo pochi minuti, io gli dissi che dovevo andare e non potevo aspettare che il suo cazzo si decidesse a sputare. Mi salutò con la raccomandazione di chiamarlo ancora, ma “stavolta con il numero visibile, ormai siamo in confidenza”. Si certo, come no, ci risentiamo nell’anno del mai. Ciao
Mi succede ora fin troppo spesso, alterno momenti di eccitazione a quelli di sconforto, e quando non sono arrapato sono con l’ombra della vergogna addosso.
Non che mi vergogni troppo, con me stesso, dei rapporti che ho avuto.
Sono spesso squallidi, ma non troppo dissimili da quelli che la gente fa ma non dice.
Oggi però in particolare mi sento irritato e un po’ confuso, erano settimane che covavo eccitazione repressa e in qualche modo dovevo dar sfogo alla mia ossessione.
Sono talmente fissato con il sesso che quando decido di doverlo fare non mi pongo limiti, o almeno, non ci riesco molto. Erano due giorni che programmavo dentro di me il piano per una scopata senza troppe menate per oggi. Ho messo un annuncio online, ho scambiato qualche email con qualcuno, e alla fine senza troppi indugi ho accettato l’unica proposta seria e concreta che mi avrebbe soddisfatto nell’immediato.
Sono un ragazzo di 25 anni, eppure non mi faccio troppi problemi a godere insieme a uomini molto più grandi di me, e oggi mi è proprio toccato un 50 enne. Si era presentato come un quarantenne di bell’aspetto, dalla foto non sembrava orrido, ma di bell’aspetto aveva poco. Ero però così in tiro che mi sarebbe andata bene quasi la qualunque, e così, senza troppi complimenti (avendo scartato le altre ipotesi perché inconcludenti) mi arrendo e accetto l’incontro con Mario.
Un uomo brutto, non bello sicuramente. Con un po’ di pancia, il volto rugoso e tutte le altre imperfezioni dell’età che lo coprivano da sopra a sotto. Avrei voluto scappare, ma pensavo che la cosa fosse scortese nei suoi confronti. A volte penso di essere la versione frocia di una squallida troia, e penso che non abbia tutti i torti. Però se voglio mantenere la riservatezza su chi sia e su cosa faccia mi viene molto più semplice fare un classico incontro da botta e via ogni 2-3 settimane, che iniziare una relazione seria con qualcuno che potrebbe tradire la mia fiducia e la riservatezza a cui tengo troppo.
Ci sediamo insieme in auto e cominciamo a girare in cerca di posto, mi racconta chi è e che cosa fa, a me non me ne frega niente e anzi, sentirgli parlare della sua vita peggiora la situazione.
Dice di aver avuto un passato da religioso, di aver praticato l’astinenza e di aver trovato la strada del piacere solo da qualche tempo. Accurato con qualche domanda che non sono la sua prima volta (mi è già successa, con l’incontro più squallido della mia carriera da frocio e volevo evitare di ripeterlo) decido, senza troppi piaceri, di continuare con lui.
Sono un tipo decisamente pieno di dubbi, soprattutto sessuali.
Ho spesso paura di non bastare, di non durare abbastanza, di non piacere a sufficienza, e quando mi ritrovo eccitato alla morte e con solo tizi di cui mi frega poco a disposizione per incontri allora mi tolgo lo sfizio di sperimentare quanto veramente sono capace o meno.
Con lui volevo verificare che la mia durata fosse adeguata alle (mie) aspettative, non volevo scoparci, volevo solo che mi segasse e spompasse, mi bastava questo.
Troviamo un posto in un parcheggio isolato, lui continua a spiegarmi della sua vita, non mi interessa.
Mi parla di tante cose di cui non mi interessa, del tempo, delle persone attorno, a me interessa solo che la pratica venga sbrigata al più presto. O meglio, non troppo presto da farmi nascere nuovi problemi, ma abbastanza velocemente da dargli il piacere che cerca e da svincolarmi dall’impegno preso.
Su quel parcheggio isolato e assolato decidiamo di fermarci per far li i nostri affari.
Entrambi seduti in auto, lui mi guarda come se aspetta qualcosa, e sorride. Mi guarda e sorride in modo per me fastidioso, “fammi questa sega e andiamocene” volevo gridargli, ma per tatto e cortesia mi fermai a guardarlo. Sembrava come se il mio cazzo non gli importasse, mi tolsi i pantaloni e restai in mutande, e lui mi guardava senza fare niente, poi scelse di imitarmi. Gli chiesi di togliermelo lui dalle mutande, ma lui sorrideva ancora, e allora decisi di fare da me.
Nonostante il suo aspetto e la sua età lo rendessero non proprio l’esempio del tipico uomo che cerco, mi divenne comunque duro abbastanza da farlo stare in piedi e diritto. Decise anche lui di togliersi le mutande e ne usci un cazzetto di una decina di centimetri accerchiato da peli rossi.
“Menamelo” gli chiesi, e lui mi rispose di farlo io a lui.
Ed ero confuso e incazzato, lui era un passivo per sua direttissima ammissione,e io volevo che mi segasse e succhiasse l’uccello, volevo quanto meno ridurre al minimo i contatti con il suo corpo, e invece lui quasi mi obbligava. Misi la mano sul suo cazzo e lui immediatamente si sblocco, sembro finalmente sbloccarsi e non sembrava più sotto effetto di una anestesia pesante quando cominciò a menarmelo con forza. Dopo qualche minuto gli chiesi di succhiarmelo, ma fece orecchie da mercante. Questa situazione mi stava sfinendo, gli chiesi ancora di succhiarmelo e lui mi rispose “prima tu a me”. Pensai che se gli leccavo mezza volta la cappella poi lui si sarebbe deciso a farmelo, così appoggiai la mia bocca sul suo cazzo e lo ciucciai per meno di una decina di secondi e poi gli richiesi “ora tu a me”.
Sembrò quasi divertito dal mio atteggiamento “certo che sei decisamente attivo tu”, cazzate. Sono versatile e gran parte delle mie esperienze sessuali sono prettamente da passivo. Ma non mi piaceva ne il suo corpo ne lui come persona, quindi preferivo non toccarlo più di tanto.
Si avvicino alla cappella e con un fazzoletto decise che prima doveva asciugarmela.
Una parte di me capiva che aveva senso la cosa, il pre-cum che bagna la cappella se ingerito può portare alla trasmissione di malattie sessuali, e lui se ne guardava bene. Però quando cominciò a strofinarmi la cappella come se stesse pulendo un vetro sporco arrivai a sentire dolore e gli chiesi di fermarsi, e che se proprio non voleva mi faceva questa sega veloce e niente.
Ero incazzato, cosa cazzo ci stavo a fare con questo tizio se neanche me la succhia?
Poi cominciò a dirmi che se mi faceva male la cappella quando me lo toccava doveva essere a causa di qualche infezione, e mi parlò della sua esperienza di quando ebbe dei funghi dove le mutande gli si attaccano alle gambe anni fa che curò con una pomata. Non ci credevo, era la cosa meno eccitante che potesse dire in quel momento, rischiai di perdere più e più volte l’eccitazione.
Soprattutto quando cominciò a menarmelo e capì quanto ben poco mi piaceva quella situazione. Decisi di fare da me, e scoprì, mentre lui si segava il suo, che aveva però un bel paio di capezzoli, così mentre mi segavo gli spremevo il suo grosso e rosso capezzolo destro. Inutile dire che la sua osservazione fu qualcosa del tipo “belli vero? Però una volta ero preoccupato perché troppo grossi, pensavo di avere una qualche malattia e andai dal medico…” e bla bla bla. Erano i discorsi meno arrapanti che mi erano mai stati fatti durante un rapporto, gli stava centrando tutti.
Se dovrò ricordarmi di lui lo farò con l’etichetta “l’ipocondriaco”.
Alla fine sborrai, nonostante lui mi guardasse in viso, in modo fastidioso e insistente durante tutto l’atto.
Lui non venne, disse che gli serviva molto più tempo, e che lo aveva scoperto con l’età di avere tutta questa grande durata, e rise di gusto per le sue prestazioni eccezionali, come diceva lui.
Ci salutammo dopo pochi minuti, io gli dissi che dovevo andare e non potevo aspettare che il suo cazzo si decidesse a sputare. Mi salutò con la raccomandazione di chiamarlo ancora, ma “stavolta con il numero visibile, ormai siamo in confidenza”. Si certo, come no, ci risentiamo nell’anno del mai. Ciao

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